I Fioretti di Fra Nazareno

I Fioretti sono episodi, fatti, testimonianze, aneddoti della vita quotidiana di Fra Nazareno, che manifestano la sua speciale relazione con Dio e la speciale predilezione di Dio per lui.
Non si segue un ordine cronologico o di importanza, ma questa raccolta vuole essere come uno sguardo discreto, mosso da sana curiosità, sui tanti aspetti della vita di un uomo che ha cercato di vivere in modo semplice, ma molto seriamente, il Vangelo di Gesù.

“Il babbo e la mamma sono i collaboratori di Dio nella creazione di nuovi esseri umani…”

“Il bambino lo dovete battezzare!”

Molti oggi dimenticano o disprezzano la potenza di Dio e dei Suoi Sacramenti, ma Fra Nazareno sapeva perfettamente quale era il vero bene per le persone.

Molti genitori portavano i loro bambini malati da Fra Nazareno.
Spesso, alcuni si sentivano dire molto direttamente: “Il bambino lo dovete battezzare!”.
Altrettanto spesso, i bambini guarivano dopo essere stati battezzati...

Fra Nazareno aveva il dono di leggere nei cuori.
Un amico un giorno gli chiese come facesse.
Fra Nazareno rispose: “È un regalo di Padre Pio!”. 

“Qualcosa che non quadra c'è!”

Evidentemente fra Nazareno non solo leggeva e scrutava i cuori, ma riusciva a farlo anche a distanza.
Questo episodio — proprio perché anche solo un semplice frate potrebbe riuscire a scrutare il nostro cuore — dovrebbe ricordarci sempre che Dio vede e conosce perfettamente, in ogni istante, cosa avviene nella nostra anima, nei nostri pensieri e nel nostro cuore. 

Un personaggio importante aveva l’abitudine di recarsi una volta al mese da Fra Nazareno. Soleva chiedere al frate consigli per la sua vita interiore ma anche per la conduzione dei suoi affari.
Anche quel giorno entra con la macchina nel cortile del convento di sant’Ignazio a Cagliari ed è introdotto nello stanzino dove Fra Nazareno riceveva.
Questi, senza perdersi in convenevoli dice all’illustre visitatore: “Oggi non ho niente da dirgli, quello che deve fare per vivere in grazia lo sa bene, mi mandi qui il suo autista che in lui qualcosa che non quadra c’è!”.
La risposta è immediata: “Non è stato il mio autista ad accompagnarmi ma un mio vecchio amico”.
E Fra Nazareno, replicando immediatamente: “Sì, sì, lo so, quell’avvocato, me lo faccia venire qui subito!”.
Stupito che Fra Nazareno fosse al corrente del fatto, l'uomo corre senza indugio alla macchina dove l’avvocato suo amico aspetta il suo ritorno, pregandolo di accompagnarlo da Fra Nazareno che desidera parlargli.
Lo stupore di quest’ultimo è ancora maggiore del precedente.
Dopo essere stato introdotto alla presenza del fraticello, una volta soli, Fra Nazareno gli dice infuriato: “La vuole smettere lei con quella donnaccia? Sta rovinando la sua famiglia e poi si sta dannando l’anima. Ora vada a confessarsi e poi torni da me!”.
Senza batter ciglio, l’uomo fece quanto gli ordinò il cappuccino e dal giorno cambiò vita.   

“La vita è un pellegrinaggio dalla terra al cielo, non una gita di piacere…”

“Si vada a confessare, poi ritorni!”

Probabilmente Fra Nazareno aveva imparato questo metodo forte e diretto da Padre Pio.
Egli stesso sperimentò, nel suo primo incontro con il Santo frate, un salutare rifiuto a poterlo incontrare, che fu per lui occasione di una notte di pianto e preghiera, di un più profondo ritorno in se stesso ed il vero inizio di una vita nuova.
Abituati come siamo, oggi, al parlare ‘politicamente corretto’, non comprendiamo più la pedagogia dello spirito, proprio dei Santi.

Molti di quelli chi si avvicinavano a lui, senza averlo mai incontrato prima, si sentivano dire esplicitamente: “Si vada a confessare, poi ritorni!”, oppure: “Si è confessato male!” o ancora “Si confessi prima di tutto, poi torni da me!”.
Un modo fraterno, molto diretto e salutare, per invitare i suoi ospiti a cominciare un cammino di conversione o a prendere la conversione ben più sul serio.
È la conferma del dono straordinario che Fra Nazareno aveva di leggere nei cuori e nelle coscienze. 

Fra Nazareno aveva il permesso di andare spesso da Padre Pio, suo padre spirituale.
I frati che lo conobbero raccontano che neppure toccava il letto o trascorreva la notte in preghiera...

“I pascoli abusivi non sono permessi!”

Fra Nazareno usava spesso l'umorismo e le metafore nel parlare.
In questo modo rispettava la persona, parlava alla sua intelligenza e così riusciva a raggiungerne la coscienza.

Molti si avvicinavano a Fra Nazareno per i motivi più diversi.
Qualcuno di loro tradiva la moglie.
Allora si sentivano dire, in modo figurato ma molto chiaro e diretto:
“Si ricordi che i pascoli abusivi non sono permessi!”.
I destinatari capivano subito il messaggio e spesso si pentivano e cambiavano vita. 

Fra Nazareno era un uomo di preghiera e penitenza, di vita molto semplice.
Amava la compagnia di amici fidati ma si immergeva, quando possibile, in lunghi tempi di solitudine e preghiera, alzandosi per pregare spesso molto prima dell’alba. 

“Più innaffio, più cresce!”

Tutti quelli che lavorano per Dio incontrano ostilità.
La pazienza e la mitezza, unite ad una sana arguzia, permettono di “camminare sopra i serpenti e gli scorpioni” e superare tutti i problemi.

Terminata la pavimentazione della chiesa di Is Molas i muratori affidano a Fra Nazareno, che abitava nella casetta adiacente la chiesa, il compito di innaffiare frequentemente il pavimento di cemento.
A seguito di una 'soffiata' di qualcuno, a cui evidentemente Fra Nazareno non era simpatico, una bella mattina, mentre egli innaffiava il pavimento, arrivarono i tecnici del comune per un'ispezione, adducendo presunte irregolarità nello svolgimento dei lavori edilizi.
Dopo poco i tecnici ingiungono a Fra Nazareno: “Così non va bene, il progetto originale è diverso!”.
“E perché?” risponde Fra Nazareno che continuava ad annaffiare.
“E non lo vede che la Chiesa è più grande?”
E lui, candidamente, risponde: “Eh, non lo vedete? Più innaffio, più cresce!”

“Mi raccomando: la preghiera!”

“Mi ha detto… che non c’è!”

Così una volta Fra Nazareno ha rispettato il dovere dell’obbedienza al superiore e ugualmente il dovere maggiore di dire la verità.

Un giorno, ad un’ora sicuramente poco opportuna, bussò alla porta del convento una persona che desiderava parlare col padre superiore. Fra Nazareno, col suo solito sorriso benevolo, accolse quella persona e sentita la richiesta disse: “Aspetti qui per favore, vado a vedere!”.
Si presentò dal superiore e riferì. Questi, evidentemente non disposto a ricevere alcuno a quell’ora, disse: “Fra Nazareno, digli che non ci sono…”
“Ma come faccio a dire così se lei è qui?”
“Tu digli che non ci sono!” rispose con fermezza il superiore.
Ma Fra Nazareno replicò come prima...
Allora il guardiano, visibilmente infastidito, passando dal tu al lei, chiuse il discorso bruscamente dicendo: “Senta Fra Nazareno, lei ha fatto un voto d’obbedienza sì o no?”.
“Certo!” rispose.
“Allora obbedisca e gli dica che non ci sono…”.
Fra Nazareno annuì e, ritornato in portineria, disse candidamente alla persona che aspettava: “Il superiore mi ha detto di dire che non c’è!”.

“La preghiera è la mia principale occupazione!”

“Fra Nazareno!”
(bilocazione)

I ‘santi’, in virtù del loro grande amore per Dio e il prossimo, partecipano in modo misterioso alla paterna vicinanza di Dio.  Così, il desiderio e la prontezza di Fra Nazareno nell’aiutare il prossimo non si fermava nemmeno di fronte ai limiti dello spazio. 

In un negozio di Cagliari entra un uomo dal far sospetto, allorché si avvicinava l’ora della chiusura.
Avvicinandosi minaccioso alla commessa, voleva certamente farsi consegnare l’incasso della giornata.
La donna inaspettatamente gridò: “Fra Nazareno!”.
“Allora — racconta la donna — è successo una cosa sorprendente: quel delinquente si fermò guardando spaventato verso un angolo in alto del negozio dove non c’era nessuno. Come alla presenza di un essere che solo lui vedeva, si inchinò, sembrò scusarsi e, senza dire nulla, si dileguò”.
La donna intuì in cuor suo che Fra Nazareno c’entrasse in questa vicenda e la domenica successiva decise di recarsi da lui.
Appena Fra Nazareno la vide, sorridendo, le disse: “Se non c’ero io a salvarti…!”

Pezzi di ricambio

Molti oggi dimenticano o disprezzano la potenza di Dio e dei Suoi Sacramenti, ma Fra Nazareno sapeva bene quale è il vero bene per le persone.

Una signora stava facendo la spesa al mercato di Cagliari, dove si recava a questuare anche Fra Nazareno.
Appena la signora lo vide, gli si avvicinò e richiamò la sua attenzione dicendo: “Fra Nazareno, preghi per la mia famiglia!” .
Ed il Servo di Dio rispose: “Prego anche per lei, che deve cercarsi pezzi di ricambio…” .
La signora sul momento non capì.
Qualche tempo dopo ebbe un infarto, fu ricoverata e dopo un intervento le fu impiantata una valvola al cuore...

“Tutto quello che posso fare è pregare, però anche voi dovete pregare!”

La rosa scomparsa

L'intervento di Dio, attraverso l'intercessione dei santi, non è mai qualcosa di scontato.
È sempre il frutto di un rapporto di fiducia in Dio e di amicizia con i Suoi servitori.

Qualche giorno dopo il funerale di Fra Nazareno (il 2 marzo 1992) una signora si recò sulla sua tomba nel Cimitero Monumentale di Bonaria dove inizialmente era  stato sepolto, nel loculo che fu occupato precedentemente dalla salma del Beato Nicola da Gesturi.
La signora voleva chiedere una grazia per sua sorella, che soffriva per una broncopolmonite che non lasciava molta speranza.
Dopo aver pregato a lungo il Santo Rosario, prese una rosa dalla tomba per portarla alla sorella.
Tornata a casa disse alla sorella di pregare il Signore, per intercessione di Fra Nazareno, e di tenere stretta a se la rosa.
Ella obbedì in tutto e si mise a letto trascorrendo serenamente la notte.
L'indomani mattina svegliandosi si accorse di sentirsi molto bene e di non avvertire più alcun problema respiratorio.
E con la broncopolmonite era scomparsa anche la rosa!

“I figli hanno bisogno del babbo e della mamma, come ogni persona ha bisogno della mano destra e di quella sinistra… provate a vivere senza un braccio, vi sentirete incompleti, imperfetti, incapaci…”

“Po Pasca est'in domu!"
(“Per Pasqua sarà a casa!)

Ogni giorno sperimentiamo tristemente come non solo sia molto raro trovare chi abbia fede in Dio, ma anche — e forse proprio a causa di questo — come si sia difficile trovare chi accolga una parola mossa da amore fraterno, o addirittura una parola detta da un sacerdote o un consacrato.

Un giovane di Cagliari ebbe un incidente stradale molto grave e venne ritrovato solo dopo 3 giorni.
Venne ricoverato in sala rianimazione poiché era già in coma.
Dopo otto mesi si trovava ancora nelle stesse condizioni e per lui non c'erano tante speranze; i medici stessi avvertirono i genitori che non c'era più nulla da fare.
Disperata, la madre si recò da Fra Nazareno chiedendogli di recarsi all'ospedale per visitare il figlio in coma.
Egli accettò e appena vide il ragazzo gli fece una croce sulla fronte con il dito e disse alla madre in lingua sarda: “Po Pasca est'in domu!” (“Per Pasqua sarà a casa!”).
La madre rispose: “Oi Fra Nazareno, itta mi ses' narendi! No c'esti nudd'e fai: su dottori m'ari nau chi fillu miu deppiri morri!” (“Oh Fra Nazareno, cosa mi stai dicendo! Non c'è nulla da fare: il dottore mi ha detto che mio figlio deve morire!”).
E Fra Nazareno rispose: “Nossi, nossi, no est'aicci!” (“No, no, non è così!”).
“Ma mi d'anti nau is dottorisi!” (“Ma me lo hanno detto i dottori!”) rispose la madre.
“Fustei no teniri fedi! Chi no creiri a su chi nau deu, poitta m'ari fattu benni?!” (“Lei non ha fede! Se non crede a quel che dico io, perchè mi ha fatto venire?!”) e se ne andò sbuffando, innervosito.
Non era ancora giunto a metà corridoio che il ragazzo si svegliò dal coma e chiese alla madre: “Dove sono? Cosa mi è successo?”.
La madre allora corse dietro al Servo di Dio e gli disse: “Fra Nazareno, fillu miu s'esti scirau!” (“Fra Nazareno, mio figlio si è svegliato!”).
E Fra Nazareno, ancora innervosito, ma accennando un sorriso di soddisfazione, disse: “E no si d'emu nau deu? Fedi ci olliri! E immòi arringràtzidi su Segnori!”. (“E non gliel'avevo detto io? Ci vuol fede! E adesso ringrazi il Signore!”).
Era Mercoledì santo.
La Domenica di Pasqua il ragazzo era a casa sua proprio come disse Fra Nazareno!

Fra Nazareno aveva ricevuto numerosi doni mistici: sentire e prendersi le malattie degli altri sulla propria persona; diagnosticava le malattie e indicava come e dove potersi curare.
Se non c'era più niente da fare lo diceva chiaramente e affidava la persona al Signore, nella preghiera.

La ‘borbottona' guarita

È sempre necessario chiedere a Dio la grazia della perseveranza nell'aiutare il prossimo, soprattutto in questo nostro mondo opulento ed egoista.
Serve chiedere a Dio un grande amore per poter aiutare chi non è mai contento e si lamenterà comunque di qualcosa.

Era giugno, ed alcune persone decidono di accompagnare da Fra Nazareno una loro amica ormai incapace di camminare e di stare in piedi, per una serie di problemi alla schiena.
Tra molti brontolii, mormorazioni e imprecazioni della donna — a causa dei dolori — arrivano a Pula.
Il viaggio è ‘infernale’ e, come se non bastasse, vedendo la fila di persone che attendono il loro turno per essere ricevute dal Frate, le lamentele e le imprecazioni di quella donna vanno aumentando; ore e ore passate in questo atteggiamento, fino al momento in cui finalmente può entrare, sempre mugugnando, da Fra Nazareno.
Dopo non più di un minuto la signora esce, sventolando un’immaginetta di sant’Antonio e continuando a borbottare, recriminando — questa volta — per il fatto di essere stata liquidata così in fretta, non accorgendosi di essere in grado di stare in piedi senza bisogno di sostegno, perfettamente diritta.
Fra Nazareno aveva preso su di sé il male di questa signora borbottona, che era stata guarita per la fede e la tenacia di chi l’aveva accompagnata. 

Guai a osare ringraziarlo: “Ringraziate il signore!”

“Nossi, nossi!” 
(“No, no!")

É esperienza quotidiana l’incomprensione, il malinteso, l’equivocare.
Solo chi ha un grande amore può passare sopra tutte queste cose e cercare sempre il bene del prossimo.

Una signora vedova si reca un giorno con la sua automobile ad Is Molas, da Fra Nazareno.
Quel giorno vi era molta gente che desiderava ricevere una parola dal Servo di Dio e la signora si sedette nella cappellina per attendere di poterlo incontrare.
Giunto il suo turno, la vedova si avvicinò a Fra Nazareno e, dopo avergli parlato ed essersi raccomandata alle sue preghiere, ricevuta la consueta caramella benedetta, aprì il suo borsello e tirò fuori una busta che mise nelle mani del Frate, il quale, viste le 5000 lire che vi erano dentro, disse accigliato: “Nossi, nossi!” (“No no!”).
La signora, vedendo rifiutata l'offerta che con amore voleva fare e che consisteva il tutto il denaro che portava con se in quel momento, insisté parecchio perché la prendesse, ma Fra Nazareno fu irremovibile: “Nossi sa tzia! Custu dinai no serbiri a nosu ma ellus a fustei!” (“No signora, questi soldi non servono a noi ma a lei!”).
La signora insisté ancora e sembrava mostrarsi offesa dal rifiuto, ma quando Fra Nazareno decideva qualcosa, ed era nel vero, non c'era verso di fargli cambiare idea: la signora dovette andare via con le sue 5000 lire nel borsello.
Salita in auto si recò verso Cagliari. D'un tratto, proprio nei pressi di un distributore di benzina, la macchina si spense in corsa e nello spazio di pochi metri si fermò: la signora non si era accorta di essere in riserva da tempo e la benzina era esaurita.
Si preoccupò molto poiché era ancora lontana da Cagliari e non aveva modo di avvisare nessuno.
Riuscì allora ad arrivare al distributore di benzina e, grazie al fatto che Fra Nazareno le aveva rifiutato le 5000 lire, poté fare sufficiente rifornimento e tornare a casa. 

Fra Nazareno ascoltava sempre tutti e li ascoltava stando in piedi.
Se riceveva cento persone le ricordava tutte e pregava per ciascuna di esse.

Quella fila di persone che mai si interrompe!

Spesso ci arrabbiamo e spazientiamo per una piccola cosa che non va, magari davvero piccola, che ci fa perdere qualche minuto.
Fra Nazareno dedicava tutto il giorno, sempre stando in piedi malgrado i suoi seri problemi alle gambe, ad ascoltare persone sconosciute che chiedevano il suo aiuto, il suo ascolto.
Abbiamo tanto da imparare da un uomo che ha trovato la felicità nel dedicarsi ad ascoltare e confortare il prossimo.

Tanti anni fa sentimmo parlare di un frate, che riceveva tante persone e regalava le caramelle. Chiedemmo dove potevamo incontrarlo e ci dissero di andare a Is Molas, appena oltre l’abitato di Pula.

Decidemmo di partire un bel giorno d’aprile. Quando arrivammo già molte persone erano nel piazzale e cominciavano a mettersi in fila. Intanto il sole saliva e diventava sempre più tiepido, infine abbastanza caldo, tanto che si attendeva una leggera brezza dal mare, alquanto vicino, oltre il paese.

A una certa ora la gente cominciò ad entrare per salutare il frate; persone singole, coppie, famiglie. Dopo un breve colloquio si usciva, ma la fila, dietro, era sempre uguale, perché altri ne giungevano ancora.

Arrivò anche il nostro turno. Mi accompagnavano moglie e figli e una certa emozione, in questa tiepida mattinata d’aprile ristorata dalla brezza del mare. Entrammo: alcuni arredi semplici, al centro della stanza un tavolo in legno con sopra un sacco di caramelle; dietro, un fraticello che ci accolse con un semplice inchino, un sorriso appena accennato come se ci conoscesse da tempo. Salutammo, ci salutò, ci chiese la provenienza. “Pregate, pregate molto!”, ci disse, offrendo a ciascuno una manciata di caramelle, e posando la sua destra sulla testa di mio figlio chiese sorridendo: “E tu da dove vieni, dal mare?”.
Il colloquio si concluse con la raccomandazione di prima: “Pregate, pregate molto!”, e ancora caramelle. Uscimmo con qualche grado di emozione in più, meno sofferenti per il caldo sicuramente, perché la brezza del mare s’era fatta più sostenuta.

La nostra visita era conclusa, ma il Frate ne avrà avuto ancora per molto: la fila non era finita ancora.
La brezza del mare mitiga ancora l’aria sul colle e il frate dall’aldilà ripete la stessa raccomandazione e offre ancora caramelle dolci a quella fila di persone che mai si interrompe!

Lettera di Paolo Demuru pubblicata su Voce Serafica nel Marzo 2001.

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